“Una strategia per affrontare, attraverso l’integrazione transdisciplinare, problemi complessi che coinvolgono la salute umana, i sistemi agroalimentari e l’ambiente”. È questa la definizione di One Health, sottoscritta nel dicembre 2021 dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP).

“Rispetto per le conclusioni e le valutazioni della scienza”: quante volte lo abbiamo invocato, anche durante l’ultima pandemia, di fronte a chi correva dietro a favolette no-vax? Giustissimo, ma il vero pensiero scientifico non può essere dogmatico: affronta le incertezze nei dati e le possibili diverse interpretazioni dei risultati.

A tutti “piace” l’arte nelle sue diverse declinazioni (una musica, un quadro, un racconto, un film..), anche chi non ha strumenti culturali prova benessere se si trova in un contesto ricco di stimoli artistici. Questa è esperienza di vita. Ma l’arte produce salute?

La scienza permea le nostre vite, soprattutto  -non solo- attraverso la tecnologia,; nel contempo, ci risulta spesso ostica, incomprensibile o anche paurosa: quali finalità ha? Chi la controlla? Che interessi serve?